genere: Heavy Metal
anno: 2017 (originale 1984)
etichetta: No Remorse Records

Tracklist:
1. D’ailleurs 02:32
2. Majesté 04:50
3. Hymne à la mort 05:30
4. Légende 02:45
5. Nuit des limbes 02:25
6. Civilisation perdue 02:12
7. Délire d’un fou 05:25
8. Cyclope de l’étang 03:58
9. Métamorphose 04:38
Formazione:
Daniel Lapp – Bass
Bob Snake – Drums
Stéphane Dumont – Guitars (lead)
Didier Demajean – Guitars (rhythm)
Christian Augustin – Vocals
NO REMORSE RECORDS non smette di stupirci anche questa volta andando a riscoprire due perle come il primo EP ed il primo album dei SORTILEGE, storica band francese che ad inizio anni ottanta riuscì a colpire i metalheads europei con i propri splendidi lavori cantati in lingua francese.
Grande band in linea con una storia di un Paese che ci ha fatto conoscere band straordinarie di cui torneremo a parlare prossimamente quali MARIENTHAL, SATAN JOKERS, TRUST, ADX…
Che dire di questo album..band fenomenale con una voce capace di tutto come quella di CHRISTIAN AUGUSTIN, con i solismi chitarristici di STEPHANE DUMONT, oltre ad un eccezionale apporto ritmico di DIDIER DEMAJEAN, chitarra, DANIEL LAPP, basso e BOB SNAKE, batteria.
NO REMORSE RECORDS ci presenta questa release con uno splendido booklet ricco di foto e testi, ricomprendente la versione rimasterizzata dell’album, la versione col primo mix mai editato nonché la versione in inglese dell’intero album (che magicamente sembra perdere ispirazione senza lingua francese).
Tra i pezzi, figli del metal d’inizio anni ottanta, così figlio dei Maiden, si distinguono brani come D’AILLEURS, MAJESTÈ, HYMNE A LA MORT, dove fughe, assoli e acuti lancinanti alternati a passaggi epici ed espressivi, condiscono piatti d’autore. NUIT DES LIMBES è uno splendido strumentale dove i musicisti sanno esaltarsi in modo incredibile prima che una soffiata di vento chiuda il brano. Attacco lancinante del buon DUMONT per aprire uno dei pezzi più incalzanti dell’album, CIVILISISATION PERDUE. Un dolce arpeggio apre la meno spinta DELIRE d’UN FOU; in linea l’apertura della title track che poi si dispiega in tutta la sua epicitå.
IN CONCLUSIONE
Che bello riscoprire la storia di questo genere che tanto ha dato e che tanto ci darà; è ancora più bello farlo con release curate come la presente che colmano i gap di produzione riscontrabili al tempo.
Un album che consiglio vivamente agli amanti della cara “vecchia” splendida tradizione