genere: Power Metal
anno: 2019
etichetta: Nuclear Blast

L’ex-cantante dei Twilight Force, Christian Eriksson, ha recentemente dato vita, assieme all’ex-chitarrista degli UDO e membro della Trans-Siberian Orchestra Bill Hudson, al progetto NorthTale, giunto sotto le corti della Nuclear Blast grazie a un album di debutto, Welcome to Paradise, che è già un must-buy per tutti gli appassionati di power metal in senso classico, sulla scia della scuola scandinava e teutonica degli anni novanta.

Forte della presenza in formazione dell’ex batterista di Malmsteen, Patrick Johansson, del bassista degli Streamline Mikael Planefeldt e di Jimmy Pitts alle tastiere, questo platter gode della tipica produzione cristallina delle release della Nuclear Blast, e di fatto ci catapulta indietro nel tempo di venti/trent’anni fino agli anni d’oro del genere metal melodico. Decisamente influenzato dal migliore songwriting degli Hammerfall e soprattutto degli Stratovarius, con qualche accenno al metal classico di Iron Maiden e Judas Priest sullo sfondo assieme alle influenze neocalssiche della chitarra di Malmsteen (sempre presenti negli assoli), questo è album di cui non ci si stanca facilmente, e che è dominato letteralmente dalla vocalità di Eriksson, un cantante sopra la media, qui sugli scudi come non mai con la sua perfetta timbrica power/heavy metal. Ed è altresì difficile non finire per elogiare il tocco delle corde di Bill Hudson, chitarrista sempre sul pezzo e riconoscibilissimo brano dopo brano, capace di donare all’insieme un tocco di classe non indifferente, che mette sull’attenti tutti gli altri compagni del gruppo, portandoli a dare il loro meglio alla sezione ritmica come alle tastiere, queste ultime sempre molto di impatto sullo sfondo.

Chiudete gli occhi, e la parte strumentale dell’opener Welcome to Paradise vi potrà immediatamente sembrare una canzone rubata da un album a caso degli Stratovarius, mentre la parte cantata si ritrova ad avere molti più punti in comune con gli Hammerfall dei primi tre/quattro dischi. E’ su queste piacevoli sensazioni di deja vu che gioca il disco, come ci dimostrano anche una Higher molto tirata ed estremamente melodica, con più di qualche punto in comune con il sound teutonico degli Helloween, e una Follow Me davvero corposa e nuovamente tutta scuola Hammerfall.

E intanto il disco sta scivolando via così piacevolmente che quasi non ci accorgiamo di essere già al quarto brano, The Rhythm of Life, che ci abbaglia con un refrain sensazionale, tutto da cantare, prima di lasciare campo alla battagliera e determinata Time to Rise, dotata di ottimi riff e di una enorme sezione ritmica su cui il cantante Eriksson può sbizzarrirsi a piacimento con la sua eccellente voce. Largo poi alla prima ballad emozionale dell’album, la ottima Way of the Light, che strizza l’occhio proprio ai Twilight Force, e a Shape Your Reality, compatta, velocissima, ariosa come ci piace nel ritornello. La più moderna e catchy Everyone’s a Star sfiora l’hard rock melodico senza perdere il suo spirito da party metal, mentre Siren’s Fall e ancor più Bring Down the Mountain sono due motivi al 100% heavy metal, con il secondo pezzo che nelle strofe sa proprio di Judas Priest anni ’80. Wow.

Non è ancora finita. La chitarra di Hudson sale in cattedra Playing With Fire, altra canzone metallara e tirata, e non manca di stupirci anche in If Angels Are Real, canzone squisitamente power metal, ispirata, carica di melodie davvero di grandissimo impatto. E dopo cotanta magnificenza, largo al pezzo conclusivo Even When, una ballad di commiato decisamente riuscita, drammatica, glaciale, splendidamente arrangiata nei cori e nelle melodie, che ci fa venire una voglia matta di ricominciare da capo questo superbo ascolto musicale.

IN CONCLUSIONE

Ascoltare questo album senza accanirsi in una forsennata ricerca dell’assonanza con questo o quello, o nel paragone con quello e quell’altro, è una delle sensazioni più piacevoli di questo 2019 in campo power metal.

Certo, di fronte a questo disco non si può parlare di originalità o di spunti particolari o inediti, ma di un revival (tra i più eccellenti) di quel sound che tanto amiamo – beh – questo assolutamente sì. Si può chiedere di più?!